Dopo Ischia-Reggina, cosa ci stupisce di questa Reggina

I TRE RECORD DELLA REGGINA – Di Franco Cleopadre – Il primo è la probabile perdita della categoria in due anni successivi, il secondo e la crisi Societaria, nel terzo rientra a pieno titolo la delusione dei tifosi, mai come quest’anno con il morale sotto i piedi.

Neanche il più scettico tra i tifosi, credeva in estate di trovarsi a cinque partite dalla conclusione del girone d’andata ultimo in classifica… anche se su essa pesano i 4 punti di penalizzazione. Come tifosi, abbiamo visto sempre la parte mezza piena del bicchiere, ma nel corso della partita di Ischia, pochi minuti prima che entrasse in campo Masini, abbiamo staccato la connessione del computer.

COSA CI STUPISCE OGGI – Come mai ragazzi che dovrebbero essere fortemente motivati per mettersi in mostra, attirano sulla loro professionalità il discredito dei mass media e della critica in genere? Trattandosi di atleti a fine carriera, come Di Michele, possiamo pensare a un calo di stimoli, ma per gente ad inizio carriera e che per ogni anno che passa negativamente sono due in meno, in termini di crescita sportiva ed economica, che spiegazione darci? A parte Insigne, arrivato con la formula del prestito secco e Karagounis anche lui in prestito con scadenza il 30 giugno 2015, gli altri giocatori sono di proprietà della Reggina e con la posizione che attualmente occupa la squadra in classifica, è facile che molti di loro il prossimo anno o non riusciranno ad accasarsi altrove o andranno ad ingrossare il mercato degli svincolati, o saranno declassati di categoria, se dovesse venire meno la Reggina. Ragazzi, qua si tratta del vostro futuro. Noi tifosi possiamo disertare il Granillo, ma per voi avanza velocemente lo spettro della disoccupazione. Avete fatto questa riflessione! O no? Perché non chiedete ai vostri mediocri colleghi di Padova e Siena, società di serie B fallite lo scorso anno, quanto è duro economicamente essere svincolati e senza prospettive di lavoro?

ATTACCO FANTASMA – Spesso mettiamo sotto accusa la difesa, ma ad Ischia i primi a sedere sul banco degli imputati sono stati gli attaccanti. Non è concepibile che al 36′ Di Michele, riceva dalla destra un cross e con aria di ampia sufficienza, mandi il pallone alto circa 10 metri sopra la traversa. Di Michele, la Reggina La paga o no? Se la paga è per fare il turista in campo, o mettere a segno qualche goal? Lei doveva essere il modello per i vari Louzada, Insigne, Viola, ed è si l’esempio, non da imitare. Che dire poi di Louzada che al 42′ da posizione possibile manda la palla sul portiere o di Insigne che un minuto dopo, a tu per tu con il portiere avversario non riesce a metterla dentro di sinistro? In questi tre episodi, sfavorevoli agli amaranto, si racchiude la squallida partita degli uomini del duo Tortelli-Padovano.

LA RIPRESA AD ISCHIA – Con il finale del primo tempo tambureggiante per gli amaranto, si attendeva una ripresa altrettanto aggressiva, ma già al 46′ la Reggina era sotto di un goal. Ciotola, è stato bravo a sfruttare un bel cross dalla sinistra di De Agostini e stendiamo un velo pietoso sul secondo goal subito da Kovacsik al 53′ ad opera di Fiandaca. Non si è trattato di un tiro imparabile.

PROBLEMA ALLENATORE – Riteniamo non essere problema di allenatore, perché dopo il primo Atzori, nessuno è riuscito a far tornare il tifo al Granillo. I principali fallimenti di quest’anno si chiamano Reggina-Messina 0-1, e Vigor Lamezia–Reggina, 4-0,quando nel primo caso 10.000 tifosi erano accorsi al Granillo e nel secondo circa 800 tifosi si erano recati al D’Ippolito di Lamezia.

PROBLEMA INDIVIDUALITA’ – A Reggio si ha la sensazione che alcuni calciatori, al di là delle modesta qualità, non si stiano impegnando a sufficienza, visto che non c’è altra spiegazione per giustificare i nervosismi dei vari Rizzo, Dall’Oglio, Maita (nello spogliatoio a Reggio di recente)

PROBLEMA SOCIETA’ – E’ possibile imputare tutto ciò al clima che regna all’interno della Reggina Calcio? Riteniamo di no, anche se il solito “uccellino” cinguetta che non mancano per il rilevamento della Società “i panchinari” ed è tutto un problema di domanda e offerta. Ma dell’azionariato popolare si sono perse le tracce? O è meglio, come sostiene qualcuno, ripartire da zero?

Nostri graditi ospiti di oggi l’amico Domenico Romeo, che nel decorso mese di settembre ha pubblicato con la casa editrice “Città del sole” il bel volume “IL LIBRO DEL CENTENARIO AMARANTO 1914-2014, Reggina: storia di un secolo” e l’amico Salvatore Condemi, un reggino che vive non solo a Latina, ma anche di Reggina e su Facebook, pubblica puntualmente e quotidianamente sulla squadra amaranto. Chiunque desiderasse chiedergli l’amicizia può farlo, sapendo che Salvatore è ben lieto di corrisponderla.

DI ROMEO riportiamo uno stralcio di un’intervista con Atzori (pag. 322): “DOMANDA. Cosa serve secondo Gianluca Atzori, allenatore della Reggina di questo centenario, affinché possa la Reggina tornare a calcare i palcoscenici di qualche anno fa?
RISPOSTA. È un sogno la serie A, occorre che tutte le forze siano coese: giornalisti, squadra, società, tifosi. Così facendo, i risultati vengono da soli per forza di inerzia, perché intorno vi è un tutt’uno che crea energia positiva, ottimismo. mentalità vincente, forza e convinzione di potere arrivare in alto”.

LA RISPOSTA DELL’EX TECNICO AMARANTO È A TUTT’OGGI ATTUALE.

Salvatore Condemi pubblica su Facebook quanto segue: Questa Reggina è talmente poca roba che anche una modestissima squadra come l’Ischia Isolaverde passeggia sui suoi resti…

Non è bastato il cambio d’allenatore per far risollevare la squadra amaranto che anche sull’isola ischitana ha regalato un’immagine tanto penosa quanto umiliante ai suoi tifosi. Due a zero è stato il risultato finale e possiamo asserire, senza temere smentite, che questo divario tra le due squadre ci sta tutto. I gialloblù isolani non hanno fatto vedere, oltre ai due gol, niente di trascendentale mentre gli amaranto di Tortelli, che ha schierato un 3-4-3 con tanti elementi offensivi, non hanno prodotto nulla da poter annotare sul taccuino se non due tentate incursioni di Louzada finite miseramente sul portiere. Nient’altro. No, per la verità ci sarebbe da annotare la solita espulsione: si era al 54′ sul punteggio di due gol a zero, sul cerchio di centrocampo, quindi lontano dalle due porte e Dall’Oglio cosa s’inventa? La solita frase ingiuriosa all’indirizzo dell’arbitro. C’è evidentemente qualcosa che non va. Un qualcosa di misterioso e incomprensibile che sta spingendo la Reggina, “la nostra Reggina” verso la serie D.

Non ce vogliano i tifosi, ma noi del Reggina Club Condemi Natale, sentiti i dirigenti del Club Pianca, da stasera entriamo in sciopero e lo protrarremo sine die. Siamo stanchi di assistere a queste sconcerie, noi siamo la Reggina! Ergo, questi ragazzi che vestono indecorosamente la gloriosa casacca amaranto, vadano ad imparare un mestiere!!!

Lo sfogo di Salvatore Condemi, così come quello di molti altri tifosi sul web, e la scelta del Club Pianca, ci sembrano più che legittimi, e saremmo ben lieti di vedere un’altra Reggina alla prossima con il Benevento